È inutile che vi racconti tutto quello per cui sono passato, i ricoveri, le cure, le ricadute, una pouch non riuscita, nuovi interventi… la mia vita era diventata un inferno e quel piccolo sacchetto sulla pancia era il mio ultimo biglietto di ritorno alla vita. Talvolta si dice che ognuno è solo nella propria sofferenza, ma nella mia esperienza non è stato affatto così: non potendo sfuggire al dolore, la sola cosa che mi restava da fare, per non esserne travolto, era di accettarlo, così come si riceve ogni altro dono della vita, avere fede e coraggio ed essere solidale con i miei “compagni di sventura” ed è per questo che in ospedale ho trovato molto più che pena e tribolazioni. Se ripenso a quegli anni non è solo per quanto ho sofferto, ma anche per tutte le persone che mi sono state vicine e che ho amato: la mia famiglia, e tanti “sconosciuti” con i quali ho condiviso momenti di profonda ed indissolubile fraternità.
Che ne è stato da allora? Guarigione, ritorno alla normalità e happy end? Bè, nel mio caso le cose non sono state così semplici, forse perché io non avevo un “prima” a cui ritornare e la malattia è stata molto più di una breve parentesi nella storia della mia vita. Di certo con l’ileostomia ho recuperato la salute: niente più dolori e crampi addominali, niente più imbarazzanti fughe al bagno, tenesmo, pannolini e dilatazioni… ora tutto era semplice e pulito, un click del sacchetto ed ero al sicuro per tutta la giornata, in piena autonomia, potevo andare dovunque e non preoccuparmi di nulla!
Ho terminato gli studi, mi sono laureato in giurisprudenza e ho trovato un impiego. Insieme ai miei genitori mi sono trasferito a Livorno e tutto sembrava finalmente volgere per il meglio, una nuova vita e la possibilità di lasciarsi tutto alle spalle… eppure per me questi sono stati gli anni più difficili perché se fino ad allora mi ero preoccupato solo di sopravvivere, ora dovevo, invece, cercare di costruirmi una vita, fare progetti per il futuro (e chi ci aveva mai pensato che ne avrei avuto uno?), trovarmi una compagna, avere una famiglia, insomma, i traguardi della vita di ogni uomo.